Sembrerebbe una affermazione
rivoluzionaria, considerato che quasi tutti gli esperti economici ed i politici
sono convinti dell'esatto contrario, ma in realtà è una verità deducibile da
documenti della Banca d'Italia e della BCE, e confermata anche da analisi
storiche e giuridiche che non lasciano spazio a dubbi.
Cominciamo con la definizione di sovranità
monetaria, chiarendo che con questa parola "si intende il diritto o potere da parte di un soggetto di emettere o
stampare moneta avente validità nel proprio territorio".
Vediamo allora cosa dice la Banca
d'Italia sulla sovranità monetaria e sul signoraggio, nella spiegazione che
troviamo nel suo sito ufficiale QUI
: "Oggi, quindi, il signoraggio viene percepito in prima battuta dalle
banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi
della sovranità monetaria. La
principale differenza consiste nelle modalità con cui si forma il signoraggio. Quando la moneta è prodotta dallo Stato,
è quest'ultimo che, spendendola ad esempio per acquistare beni e servizi, la
mette in circolo nell'economia e realizza immediatamente il controvalore, al
netto dei costi di produzione. Quando
invece è la banca centrale a emettere le banconote, queste non sono spese
in beni e servizi ma fornite alle banche commerciali, in forma di prestito, per
le esigenze del sistema economico, o utilizzate per l'acquisto di attività
finanziarie, come i titoli di Stato o le attività in valuta estera; al valore
delle banconote, iscritto al passivo del bilancio della banca centrale, corrisponde
quindi l'iscrizione di attività fruttifere nell'attivo del bilancio, che
rendono un interesse. Perciò la banca centrale ottiene il signoraggio nel corso
del tempo, come flusso di interessi sulle proprie attività fruttifere, al netto
del costo di produzione delle banconote. Il valore scontato di tale flusso, che
come si è detto è riversato allo Stato, è pari a quello che quest'ultimo
avrebbe ottenuto immettendo direttamente la banconota nel circuito economico."
Pur fidandoci della Banca
d'Italia, abbiamo comunque cercato di dimostrare queste sue affermazioni, anche
attraverso l'analisi, sotto diversi punti di vista, degli strumenti monetari che
attualmente utilizziamo e che hanno oggi corso legale : le monete metalliche coniate
dallo Stato e le banconote stampate dalla BCE.
Analisi storica
La sovranità monetaria nel
passato era il diritto del sovrano ad emettere monete in metalli preziosi con
la propria effige, per la quale aveva il diritto di percepire un utile pari ad
una percentuale del metallo utilizzato per coniarle. Detta percentuale
rappresentava il "signoraggio", che deriva dalla locuzione "aggio del signore", e che quindi
rappresenta il diritto tipico di chi ha la sovranità monetaria, quello di
ricevere un compenso per questa sua prerogativa "sovrana".
Detto questo è chiaro che c'è un diretto
legame tra la sovranità monetaria ed il diritto a percepire un signoraggio
sull'emissione monetaria, di qualunque natura si tratti.
Il signoraggio sulle monete
metalliche spetta sicuramente allo Stato, che incamera il valore emesso
detratti i costi necessari per coniarle.
Per quanto riguarda il
signoraggio sulle banconote, riprendiamo ciò che afferma la Banca d'Italia nel
suo sito ufficiale QUI
: "Nel caso specifico dell'area
dell'euro l'emissione delle banconote è assegnata alla BCE in concorso con le
BCN. Il "reddito monetario" di ogni singola BCN è definito come il
reddito annuo che essa ottiene dagli attivi detenuti in contropartita delle
banconote in circolazione e dei depositi costituiti dagli enti creditizi.
Questo è trasferito alla BCE e da questa ridistribuito alle BCN sulla base
della loro partecipazione al capitale della BCE. Le BCN, a loro volta, lo fanno
affluire ai rispettivi Stati una volta dedotte le spese di funzionamento ed
effettuati i necessari accantonamenti".
In definitiva questa è una
conferma che il signoraggio sulle banconote "viene percepito in prima battuta
dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari
ultimi della sovranità monetaria".
Quindi il fatto conclamato che il
signoraggio spetta comunque allo Stato Italiano, anche in presenza di un
Sistema Euro, sia sulle monete metalliche che sulle banconote, è la
dimostrazione che la sovranità monetaria è dello Stato Italiano.
Sul fatto che
l'emissione di monete metalliche spetti allo Stato non ci sono dubbi, le monete
in euro
emesse dai diversi Stati sono tutte diverse e riconoscibili, quelle
italiane sono contraddistinte da un simbolo R+I che rappresenta le iniziali di
Repubblica Italiana. Quindi il Sistema Euro è in realtà caratterizzato da
monete metalliche nazionali aventi la stessa unità di misura e lo stesso
rapporto di cambio 1 euro italiano = 1 euro di un'altra nazione. Su questa
emissione monetaria la BCE si è però riservata l'approvazione del volume di
conio, come prescrive il comma 2 dell'art.128 del TFUE, almeno per quanto
riguarda sicuramente la serie di monete valide su tutta l'Unione,
1-2-5-10-20-50 cent e 1-2 euro.
Più incerta è la situazione per
le monete di valore diverso da queste, che gli Stati possono coniare e che
hanno valore solo sul loro territorio.
La Finlandia sta coniando dal
2002 monete metalliche da 5 euro, per le quali abbiamo chiesto spiegazioni alla
Banca Centrale Finlandese, che ci ha risposto :
"Le monete commemorative da 5 € speciali, sono monete da collezione
finlandesi e la Zecca di Finlandia può decidere quante ne saranno coniate. La
Banca centrale europea (BCE) approva la quantità di monete messe in
circolazione negli Stati membri dell'area dell'euro. Le monete in euro emesse
in Finlandia, sono coniate dalla Zecca di Finlandia. Queste monete speciali
hanno corso legale solo in Finlandia e le banche commerciali in Finlandia le
accettano anche come moneta a corso legale."

Le monete metalliche sono comunque
la chiara espressione della sovranità monetaria degli Stati nazionali sul
proprio territorio, nonostante la BCE abbia il compito solamente di "approvare"
il volume di conio ogni anno.
Analisi delle banconote
Le banconote sono sicuramente emesse
dalla BCE, almeno per quanto riguarda quelle valide su tutta l’Unione, come
prescrive l'art.128 comma 1 del TFUE : "La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare
l'emissione di banconote in euro all'interno dell'Unione. La Banca centrale
europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote
emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali
costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell'Unione".
Le banconote hanno però una particolarità,
sono iscritte dalla Banca Centrale Europea al passivo del proprio bilancio e
questo fatto ha sempre creato scompiglio presso i cosiddetti "esperti
economici" che non conoscono la storia della moneta.
Infatti per capire la vera natura
della banconota, è necessario risalire alla sua origine, quando sono nate le
prime Banche Centrali, che hanno trasformato le "note di banco", cioè
delle semplici ricevute di deposito di monete d'oro, in una moneta cartacea con
l'effige del sovrano o della nazione.
Questo tipo di moneta
originariamente, non aveva valore in sé, ma acquisiva valore dalla promessa,
garantita dal soggetto "emettitore", che la banconota poteva essere
cambiata a vista al "portatore" in monete metalliche aventi valore a
corso legale.
Quando nel 1893 nacque la Banca
d'Italia, con la Legge
n.449 del 10 agosto 1893, lo Stato ha dato in concessione alla Banca
d'Italia la facoltà di emettere biglietti a vista al portatore che potevano
essere cambiati in moneta metallica (art.3), premurandosi di stabilire una
riserva in monete metalliche pari ad almeno il 40%, di cui il 33% in moneta
legale italiana metallica che sia per almeno i 3/4 in oro (art.6).
In pratica questa emissione di
banconote è equivalente all'emissione delle vecchie "note di banco"
degli orefici del 1300, perché rappresentano una "ricevuta" che dà
diritto al portatore, di ricevere in cambio monete metalliche, che sono considerate
moneta a corso legale.
Per questo tutte le Banche
Centrali del mondo hanno sempre messo queste banconote al passivo del proprio
bilancio, perchè rappresentano comunque un debito nei confronti di chi le
riceve, da corrispondere in monete metalliche che inizialmente erano solo d'oro
e d'argento, mentre poi nel tempo sono diventate di metalli sempre meno
preziosi.
Questo fatto appare evidente dal
confronto tra una banconota in lire della Banca d'Italia ed un "biglietto
di stato" sempre in lire della Repubblica Italiana.
Nella banconota della Banca
d'Italia compare la scritta "Pagabile a vista al portatore", a
conferma della sua cambiabilità in moneta di stato a corso legale, mentre il
biglietto di stato non solo non ha questa scritta, ma ha la scritta ben più importante
di "Biglietto di Stato a corso legale".
Questo fatto conferma che la
banconota non era considerata una moneta a corso legale essa stessa, ma aveva
bisogno della garanzia della sua cambiabilità in moneta di stato a corso
legale.
Quindi il biglietto di stato
rappresenta una emissione monetaria che ha valore in sé, senza bisogno alcuno
di essere garantita da qualcosa, in quanto lo Stato è il titolare della
sovranità monetaria, e può essere messo all'attivo del suo bilancio.
Invece le banconote non hanno valore
in sé e devono essere garantite dalla loro cambiabilità in moneta di stato a
corso legale. Per quanto riguarda la BCE, che ha eliminato quella scritta, il
valore delle banconote è garantito dal valore dei titoli e delle riserve
presenti all'attivo del bilancio, senza le quali le banconote non potrebbero
essere emesse.
In definitiva la Banca Centrale
dichiara ufficialmente, attraverso la struttura del suo bilancio, che le
banconote sono un suo debito verso un generico e immaginario “portatore”. Infatti
il valore totale delle banconote in circolazione sta nelle passività del
bilancio della Banca Centrale, e pertanto le banconote medesime non
appartengono alla Banca Centrale, ma sono una sorta di “titolo di credito”
(seppur credito inesigibile) che vanta colui che ha le banconote in mano.
Quindi storicamente la sovranità
monetaria per le banconote è sempre stata del sovrano o in seguito della
Repubblica Italiana, e questa situazione non è mai stata cambiata dai Trattati
dell'Unione Europea.
Analisi giuridica
Per definire l'euro da un punto di vista giuridico, è necessario stabilire chi è il proprietario di questa moneta all'atto della sua emissione e soprattutto chi ne percepisce oggi il relativo signoraggio. Su questo tema specifico possiamo fare riferimento a due interrogazioni parlamentari, fatte al Parlamento Europeo, che hanno ricevuto due risposte scritte da parte di Olli Rehn, allora Commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari :
- 1° Interrogazione di Mario Borghezio (EFD) alla Commissione E-006243/2011 >>>QUI nella quale chiede sostanzialmente di chi è la proprietà dell'euro;
- 2° Interrogazione di Marco Scurria (PPE) alla Commissione E-000302/2012 >>>QUI nella quale chiede un chiarimento specifico sulla proprietà delle banconote in euro;
Sulla proprietà al momento dell’emissione, Olli Rehn è stato chiaro :
- le banconote sono di proprietà dell’Eurosistema;
- le monete metalliche sono di proprietà degli Stati membri.
In merito al signoraggio Olli Rehn è stato meno chiaro perchè dichiara :
- il signoraggio sulle banconote viene ripartito tra le Banche Centrali Nazionali e la BCE;
- il signoraggio sulle monete metalliche va agli Stati membri.
Quindi il signoraggio sulle monete metalliche è sicuramente dei singoli Stati, mentre il signoraggio sulle banconote viene percepito dalle singole Banche Centrali Nazionali, ma omette di specificare che ad esempio in Italia, gli utili della Banca d'Italia, detratti gli accantonamenti a riserva ed una piccola ripartizione di utili ai partecipanti che sono per il 95% privati, comunque alla fine finisce allo Stato.
Prendendo il bilancio della Banca d’Italia del 2015 (>>>QUI) è possibile rilevare :
- A pagina 63 in fondo si spiega chiaramente che: “Il reddito monetario complessivamente accentrato dall’Eurosistema viene redistribuito a ciascuna BCN in base alla rispettiva quota di partecipazione al capitale della BCE. Il reddito monetario così attribuito concorre, con gli altri redditi derivanti dai propri investimenti … alla formazione del risultato di esercizio (ndr l’utile)”.
- A pagina 68 c’è la dimostrazione che l’utile viene girato allo Stato.
- 1° Interrogazione di Mario Borghezio (EFD) alla Commissione E-006243/2011 >>>QUI nella quale chiede sostanzialmente di chi è la proprietà dell'euro;
- 2° Interrogazione di Marco Scurria (PPE) alla Commissione E-000302/2012 >>>QUI nella quale chiede un chiarimento specifico sulla proprietà delle banconote in euro;
Sulla proprietà al momento dell’emissione, Olli Rehn è stato chiaro :
- le banconote sono di proprietà dell’Eurosistema;
- le monete metalliche sono di proprietà degli Stati membri.
In merito al signoraggio Olli Rehn è stato meno chiaro perchè dichiara :
- il signoraggio sulle banconote viene ripartito tra le Banche Centrali Nazionali e la BCE;
- il signoraggio sulle monete metalliche va agli Stati membri.
Quindi il signoraggio sulle monete metalliche è sicuramente dei singoli Stati, mentre il signoraggio sulle banconote viene percepito dalle singole Banche Centrali Nazionali, ma omette di specificare che ad esempio in Italia, gli utili della Banca d'Italia, detratti gli accantonamenti a riserva ed una piccola ripartizione di utili ai partecipanti che sono per il 95% privati, comunque alla fine finisce allo Stato.
Prendendo il bilancio della Banca d’Italia del 2015 (>>>QUI) è possibile rilevare :
- A pagina 63 in fondo si spiega chiaramente che: “Il reddito monetario complessivamente accentrato dall’Eurosistema viene redistribuito a ciascuna BCN in base alla rispettiva quota di partecipazione al capitale della BCE. Il reddito monetario così attribuito concorre, con gli altri redditi derivanti dai propri investimenti … alla formazione del risultato di esercizio (ndr l’utile)”.
- A pagina 68 c’è la dimostrazione che l’utile viene girato allo Stato.
Analisi dei Trattati Europei
I Trattati Europei hanno
trasferito alla BCE l'esclusiva dell'emissione di banconote, che prima era di competenza della Banca d'Italia e delle altre banche centrali nazionali,
unificando questa moneta cartacea per tutta l'Unione Europea (art.128 comma 1
del TFUE).
Inoltre hanno dato alla BCE un
controllo sulla quantità di monete metalliche che hanno validità in tutta l’Unione
e che sono emesse dai singoli stati, stabilendo che "Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con
l'approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del
conio".
In sostanza, nei trattati si
parla solamente di banconote (cioè della versione moderna delle vecchie "note
di banco") e dell'approvazione del volume di conio delle monete
metalliche, cioè del denaro che ha valore in tutta l'Unione. Ma non si parla mai
di monete aventi validità solo sul territorio nazionale e meno che mai di
moneta elettronica o di moneta fiscale.
In questo senso i Trattati hanno
un ambito di applicazione limitato rispetto al ben più ampio ambito di azione
di uno Stato in possesso ancora della sovranità monetaria e fiscale sul proprio
territorio.
D'altro canto la sovranità
monetaria è sempre stata strettamente legata alla sovranità fiscale, in quanto
proprio la dichiarazione dello Stato di accettare una moneta per il pagamento
delle sue tasse, è la prima caratteristica che rende una moneta valida a corso
legale.
Esiste poi il problema degli
obiettivi che sono stati stabiliti dal Trattato sul Funzionamento dell'Unione
Europea per il Sistema Euro e che sono previsti all'art.127:

- compito primario della BCE è
quello di raggiungere l'obiettivo principale della stabilità dei prezzi, con un
livello d’inflazione intorno al 2%;
- fatto salvo questo obiettivo,
sostenere le politiche economiche generali nell'Unione, al fine di contribuire
alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'art. 3 del
Trattato sull'Unione Europea, che sono tra gli altri una crescita economica
equilibrata e la piena occupazione.
Considerato che tutte le manovre
possibili della BCE non hanno sortito alcun effetto in questa direzione, ma
anzi hanno aggravato la situazione, si può ipotizzare che gli Stati siano a
questo punto autorizzati a richiedere di emettere moneta sovrana valida sul
proprio territorio, in modo da raggiungere effettivamente questi risultati.
Ad una richiesta di questo tipo
da parte di uno Stato come l'Italia, la BCE farebbe fatica a giustificare un
rifiuto per diversi motivi :
- la sovranità monetaria sul
proprio territorio è ancora dello Stato;
- la creazione di moneta e la sua
immissione diretta nell'economia reale attraverso la spesa e senza debito
permette di raggiungere velocemente i risultati previsti all'art. 127 del TFUE;
- la Germania come al solito ha
coniato monete metalliche in quantità maggiori di tutti gli Stati europei e sta
iniziando a coniare moneta metalliche da 5 euro valide solo sul proprio
territorio;
- la BCE non ha competenza nei
riguardi della sovranità monetaria e fiscale degli Stati.
La sovranità monetaria è
sicuramente degli Stati e questi hanno tutto il diritto di utilizzarla per
raggiungere gli obiettivi previsti dai Trattati.
I modi di farlo possono essere
diversi, questi i principali :
- coniare monete metalliche di
valore superiore a 2 euro, che la BCE deve "solo approvare" come
quantità (art.128 comma 2 del TFUE);
- emettere biglietti di Stato di
qualsiasi valore, perché il TFUE dà alla BCE l'esclusiva solo delle "banconote"
aventi corso legale nell'Unione (art.128 comma 1 del TFUE);
- emettere moneta elettronica o
carte di credito di Stato, che non sono prese in considerazione dai trattati,
dove si parla solo di moneta metalliche e banconote, tant'è che le banche
possono creare moneta elettronica senza limiti, figuriamoci se non può farlo uno
Stato, che inoltre ha il vantaggio di poterla mettere all'attivo del suo
bilancio in quanto detentore della sovranità monetaria (vedere art.114bis del Testo Unico Bancario);
- moneta a valenza fiscale, in
quanto in base ai Trattati Europei la sovranità tributaria è ancora di
competenza esclusiva degli Stati nazionali.
Certamente la BCE non può
continuare a creare denaro solo per le banche ed i mercati finanziari, visto
che questi provvedimenti non raggiungono nessuno degli obiettivi previsti dai
Trattati ed anzi finiscono solo per aggravare la situazione di crisi generale
degli Stati.

"Beh tecnicamente
no … non possono finire i soldi. Quindi abbiamo ampie risorse per far fronte a
tutte le nostre emergenze".
Ma quali sono le "nostre" emergenze ?
E' una "nostra" emergenza un terremoto che
distrugge interi comuni ? E' una "nostra" emergenza una crisi
economica che fa fallire le aziende e fa aumentare la disoccupazione ?
Oppure le "nostre" emergenze sono solo le
difficoltà del sistema bancario e dei mercati finanziari ?
Mi sembra sia giunta
l'ora che tra le emergenze siano inserite anche quelle dei cittadini, delle
aziende e degli Stati, cioè dell'economia reale, e che il denaro venga
finalmente creato per permettere agli Stati di adottare soluzioni che abbiano come
riferimento i bisogni di tutte le persone, non solo quelli di pochi
privilegiati.
Fabio Conditi